MUESO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI VENEZIA
giovedì 19 dicembre 2013, ore 16
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti
In collaborazione con il CONSERVATORIO "BENEDETTO MARCELLO" DI VENEZIA
Programma
Sala V
Georg Philipp TELEMANN (1681 - 1767) La caccia, per quattro flauti
Giuseppe VERDI (1813-1901) /Emanuele KRAKAMP (1813-1883)
Pot-pourri n.1 su temi tratti da "La forza del destino ", per due flauti
Pietro MASCAGNI (1863-1945)
Intermezzo da Cavalleria rusticana, per quattro flauti (trascr. Simone Sandri)
Joseph-Maurice RAVEL (1875 -1937)
Ma mère l'oye per cinque flauti (trascr. Simone Sandri)
Pavane de la Belle au bois dormant - Petite Poucette - Laideronette, ImperatrÃce des Pagodes - Les entretiens de la Belle et la Bête - Le Jardin fèerique
Claude DEBUSSY (1862-1918) / Gabriel MOUREY (1865-1943),
La flute de Pan (Syrinx), per flauto e e voce recitante (in lingua originale)
Vincenzo SORRENTINO (1973)
Sfavillante, per tre flauti
Vincenzo SORRENTINO (1973)
Christmas medley, per ensemble di flauti
LAGOON FLUTES ENSEMBLE
Chiara Barbiero, Mauro Colantonio, Francesco Danieli, Monica Finco, Maddalena Lotter, Simone Sandri, Andrea Vecchiato
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LA CACCIA: ARMONIE CELESTI
L'apporto di Telemann alla musica per flauto è stato pienamente raggiunto nelle dodici fantasie per flauto solo; ma suonare da solisti implica due aspetti speculari e opposti, e cioè la difficoltà ma anche il pregio della solitudine. Nel quartetto 'La caccia', quattro flauti imparano a integrare le proprie voci in una quadratura melodica, armonica e ritmica per risolvere in un unicum di limpidezza barocca. La tessitura indagata è concentrata per lo più nel registro-medio e acuto, dove il flauto meglio si riconosce.
LA FORZA DEL DESTINO: LA MEDITAZIONE
'La Forza del destino', o 'Potenza del fato', come alcuni scaramantici preferiscono, è un'opera verdiana estremamente affascinante; rappresentata nella prima versione nel 1862, e poi al Teatro la Scala nel 1869 (con la celebre sinfonia e un nuovo finale) su libretto di Francesco Maria Piave, 'La forza del destino' costituisce una delle ultime opere di Verdi. La trama ricca e uno scioglimento rapido dell'azione consentono al compositore con una musica altrettanto fitta, intensa, di affrontare uno dei temi più cari all'espressione di tutta la storia dell'arte: il destino, e, nella fattispecie, il suo potere che vince ogni cosa. Come era chiaro già nell'antica Grecia, in cui il pantheon delle divinità è sottoposto ai movimenti di Tyche (il Fato), anche il mondo cristiano ha adottato questo convincimento, aggiungendovi che tutto ciò che il destino comporta per gli umani sia fonte di inquietudine.
CAVALLERIA RUSTICANA: UN OMAGGIO
Pietro Mascagni nasceva il 7 dicembre di 150 anni fa e si sarebbe distinto, nel panorama italiano e europeo, per la sua scrittura vivace, densa e sanguigna; il palpito di un'Italia che tende all'Unità riecheggia in tutta la sua opera, ma soprattutto in Mascagni percepiamo la dicotomia fra questo anelito all'unione e la consapevolezza, invece, della frammentazione. 'Hanno ammazzato compare Turiddu!' le ultime parole che chiudono un'opera intensa com'è Cavalleria rusticana (1890), e sono parole chiave per comprendere lo scenario dipinto da Giovanni Verga nell'omonima novella: l'Italia è divisa, gli italiani sono divisi dentro e l'unica soluzione al conflitto è il reato, nel peggiore dei casi l'omicidio. Fortunatamente però nel dolore emergono anche quadri di estremo lirismo e pathos intenso, come il celebre Intermezzo di quest'opera che tanto commuove il pubblico italiano, per il quale è impossibile non riconoscersi in questa pagina, anche a distanza di un secolo.
MA MERE L'OYE: L'APERTURA AL '900
'Le mie opere più importanti sono Ma mère l'oye e Daphnis et Chloé' , Maurice Ravel, 1926
Se per Daphnis, opera colossale del compositore francese, il successo si era dipanato pubblicamente e a gran voce, per Ma mère l'oye bisogna entrare piuttosto nelle stanze di Maurice Ravel e mettersi, intimamente, al pianoforte: la suite dei racconti di Ma mère l'oye, per pianoforte a quattro mani, si articola in cinque diversi episodi o quadri. Nell'ultimo momento musicale Le jardin féerique il compositore Manuel de Falla ha voluto vedere un finale vibrante di sentimento religioso, piuttosto raro in Ravel, ma che non è da escludere, data l'oscillazione evidente fra misticismo e magia di cui esso è impregnato. Interessante è notare come la suite sia stata composta nel 1910, mentre Stravinsky lavorava al suo Petruska, anch'esso intriso di elementi fiabeschi e di magia del soprannaturale; i contatti fra i due compositori sono evidentemente documentati e il dialogo fra gli universi francese e russo ha garantito, in quel momento storico, grandi capolavori.
LA FLUTE DE PAN
Siamo abituati a sentire 'Syrinx' di Claude Debussy nella ormai standardizzata versione per flauto solo, travisando quella che è stata la sua ispirazione originaria di essere un brano nato come musica di scena. Il flauto compartecipava alle parole di G abriel Mourey, autore de 'La flute de pan', un'opera che ben riconosceva il potere di poesia e musica fuse insieme. Non è solo filologicamente corretta, dunque, l'esecuzione recitata, ma rende anche un tributo a quello che nei secoli gli esseri umani hanno sempre cercato di fare: unire le arti. La parola e la voce del flauto si fondono in uno spettacolo di estetica che tocca le corde di una commozione panica.
SFAVILLANTE E CHRISTMAS MEDLEY
Vincenzo Sorrentino, compositore estremamente prolifico e vivace della nostra contemporaneità , affezionandosi al flauto ci dedica alcune pagine molto particolari: è il caso del trio 'Sfavillante', il cui titolo rappresenta perfettamente i contenuti del brano. Abile conoscitore dello strumento, Sorrentino interseca le voci dei tre flautisti di 'Sfavillante' in una melodia continua e rocambolesca, dove i musicisti possono dimostrare tutta la loro abilità tecnica che si risolve in un finale ritmato e divertito. Christmas medley è il suo augurio di buone feste a tutti gli ascoltatori, c'è chi lo dice a parole e chi sa farlo in musica. Grazie Maestro Sorrentino!
Info
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