Le tre tele di Carpaccio erano le ultime opere mancanti al completamento della revisione dell'intero nucleo dell'artista di proprietà del Museo. I restauri sono stati finanziati con generosi contributi privati: l'Apparizione da Banca Intesa nell'ambito del progetto "Restituzioni 2006", la Crocifissione e apoteosi con un lascito testamentario della rinomata storica dell'arte americana Rona Goffen, infine il Sangue del Redentore a spese del comitato privato Save Venice Inc., California Chapter. I primi due dipinti provengono dalla distrutta chiesa di Sant'Antonio di Castello, mentre la terza venne ritirata, anch'essa durante le soppressioni napoleoniche, dalla chiesa di San Pietro Martire di Udine. Se i due dipinti di Venezia sono sempre stati esposti alle Gallerie dell'Accademia, il Sangue del Redentore è rimasto in deposito presso i Civici Musei di Udine dal 1924 fino all'attuale intervento di restauro, diventando così per i veneziani quasi un inedito. Alla fine della mostra l'opera tornerà in deposito temporaneo a Udine, ed è questa un ulteriore stimolo per vederla alle Gallerie. La piccola mostra-dossier consente di apprezzare, ancora una volta, nella restituita qualità delle opere, Carpaccio nelle sue eccezionali capacità di narratore, nelle sue complesse ed originali ricerche prospettiche, nell'attenzione lenticolare per i dettagli, e nella capacità di mediare con efficacia tra cronaca del vero e invenzione. Il catalogo, edito da Marsilio, accosta ad una introduzione sulle vicende dei tre dipinti la descrizione degli interventi di restauro e i risultati delle indagini diagnostiche propedeutiche. Direzione Lavori: Sandra Rossi Restauro: AR&C Arlango Restauro e Conservazione, Vicenza.

Vittore Carpaccio: tre capolavori restaurati.
Data evento:
20/01/2007 to 04/03/2007
Fino al prossimo 4 marzo, le Gallerie dell'Accademia di Venezia espongono tre dipinti di Vittore Carpaccio oggetto di recenti restauri: il <em>Sangue del Redentore</em> (del Museo Civico di Udine, 1496), l'<em>Apparizione dei crocifissi del monte Ararat</em> nella chiesa di Sant'Antonio di Castello (1512-13) e la <em>Crocifissione e apoteosi dei diecimila martiri del monte Ararat</em> (1515). Le Gallerie, com'è noto, conservano l'unico ciclo completo di teleri musealizzato ed il maggior nucleo di opere dell'artista.