Direzione regionale Musei nazionali Veneto

Il Museo Archeologico Nazionale di Adria ha come obiettivo di valorizzare il patrimonio archeologico della città, il cui nome è indissolubilmente legato al Mare Adriatico. Il cuore del centro greco ed etrusco, fondato all’inizio del VI secolo a.C., si trova in corrispondenza con il settore meridionale della città attuale, mentre a sud, a est e a nord si estendevano le necropoli. Le scoperte sono iniziate tra ‘700 e ‘800, soprattutto grazie ad illustri rappresentanti della famiglia Bocchi; in particolare Francesco Girolamo e Francesco Antonio identificarono per primi l’importanza archeologica di Adria portandola all’attenzione della comunità scientifica a livello nazionale ed internazionale. Il loro ‘domestico museo’, che ospitava una collezione di più di 6000 reperti, fu visitato da personaggi famosi e rappresentanti delle nobili famiglie europee.

La collezione forma oggi il cuore del Museo, arricchita dai numerosi rinvenimenti che si sono succeduti tra il ‘900 e gli anni più recenti.

Il Museo illustra le caratteristiche della città, in stretta relazione con gli approdi costieri di San Basilio e Corte Cavanella di Loreo; sono illustrate le caratteristiche della vita quotidiana, dei rituali funerari, il delicato passaggio all’epoca romana e la fase romana imperiale, con particolare attenzione alla sua caratteristica di città multietnica, vero ricettacolo di diverse tradizioni, lingue, cultura, istanze religiose. Tra i nuclei più importanti delle collezioni museali si collocano i numerosi reperti di ceramica attica a figure nere e rosse, i preziosi rinvenimenti dalle necropoli, arcaiche ed ellenistiche, arricchite da oggetti in ambra e pasta vitrea oltre che dalla gioielleria etrusca in oro e argento. Famosa è la cosidetta ‘Tomba della Biga’, del III secolo a.C., con carro deposto con la sua pariglia di cavalli e con un terzo cavallo, da sella, al seguito. Il contesto di scavo, interamente recuperato nel 1938, forma uno dei focus di attenzione nella visita delle necropoli ellenistiche.

Nelle sezioni dedicate alla romanizzazione e all’età imperiale spiccano i documenti di riorganizzazione del territorio, come il miliare di Popilio Lenate, che testimonia del transito della via Popillia in città, e alcune decorazioni di carattere monumentale. L’attenzione è attratta dalla spettacolare vetrina dei vetri romani, dove vetri soffiati a mano libera e in matrice, a nastri policromi, murrini, a reticolo, ad intaglio sono valorizzati attraverso una gestione computerizzata dell’illuminazione.

Le ultime sezioni del Museo illustrano lo sviluppo della zona costiera nei periodi più tardi dell’impero, attraverso i rinvenimenti di San Basilio di Ariano nel Polesine e di Corte Cavanella di Loreo, dove due mansiones, stazioni di posta, rendevano più agevole il transito lungo la via Popillia costiera.